LozioSessantanove MarcoDell'Orto Pessimi Racconti - E se a Manhattan : per quindici minuti di notorietà ( Love Andy )

LOVE ANDY / (c) Luca Piccini

E se a Manhattan : per quindici minuti di notorietà
( Love Andy )

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E se a Manhattan
si spegnessero le luci
solo per questa notte
e tutto
proprio tutto potesse
magicamente tornare
ad una minimamente accettabile
dimensione umana d’amore
unicamente sotto un cielo stellato?
E se tutto il suono
di questa vita
contraddittoria
ed apparentemente vittoriosa
smettesse
per un solo attimo
di esistere
e le espressioni
sulle facce di questa gente
riuscissero a mostrare
tutta la preziosità
intrinseca del comunicare
con gli occhi
quello che dovrebbe essere
un naturale diritto
di potere manifestare
di se stessi
il lato più debole e vero
E se tutto questo
fosse realizzabile
io allora potrei volare via
sopra tutta questa assurda realtà
oltre queste mille luci della città
che svelano
le tentazioni quotidiane
di questa perduta razionalità
le partenze e gli arrivi
di vite spezzate
dalle scelte sbagliate
e di viaggi
mai abbastanza viaggiati
con il cuore
ma troppo frettolosamente
consumati tra le centinaia di futili
“souvenir delle cose già subito perdute ”
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Su tutte le strade percorse
ho tirato via dritto
senza chiedere indicazioni
senza fermarmi a parlare con nessuno
ho mangiato
ho bevuto
ho dormito
senza chiedermi come si traduceva
“il perché di me così”
non ponendo domande
non reclamando per il mio posto migliore
ho lasciato il passato
quello che non sapeva
e voleva sapere
quello che non poteva
ma che cercava di avere
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Con questa fregatura
del non riuscire mai a giungere
ovunque possa trovarsi
"una giusta destinazione
per un cazzo di povero cuore rotto"
in un'esatta posizione
nel mondo
dove disfare una valigia
di frasi fresche di speranza
dove apporre un timbro sulla pelle
con scritto in greco antico
" conosco così tutto di me
che vorrei disconoscere le paure di essere
così come sono "
e poi
più umanamente
appendere delle foto felici di ieri
in una nuova casa di oggi
con cinque gradini all'esterno
dove sostare seduto la sera
a fumare sigarette malandate
e programmare mentalmente
un calendario di buoni propositi
per domani
E per nascondere sotto il letto
una scatola di latta ammaccata
piena di pezzi dell'anima
ben chiusa ed irraggiungibile
dalla tentazione
"del voltarsi e ricominciare a contare "
Ed ora invece qui
appoggiato a questa balconata
che guarda al prossimo tramonto
su una famosa strada di Brooklyn
come in una scena di un film
E penso a cosa sarei stato
se non fossi stato così
e sorrido
al mio viso emozionato
perché è un privilegio donato dal buon Dio
potere essere in mezzo al mondo
sentendosi parte estranea di questo
perché è davvero un miracolo
il sapere immaginare
quello che l'uomo ancora può creare
E sognare ciò che mai si avvererà
in questa esistenza
Ed amare quel tanto che basta
per potere sentirsi leggero
e comunque potere decidere
più tardi
di volere andare via
incontro alla notte
consapevoli di avere
effettivamente compreso
la preziosità di questa nostra
incomprensibile unicità !
Nessun relitto abbandonato
nessuna cattiva azione
nessuna storia maledetta
nessuna terra ripudiata
nessuna pietra scagliata
nessuna nota stonata
nessuna identità cancellata
nessuna pessima memoria
nessuna strada smarrita
nessuna felicità in America
Ma come sempre
il mio cuore che scoppia d'amore !
Sopra quel ponte
sopra quel ponte
passava tutto il genere umano
e rideva
e piangeva
e correva
e cadeva
e soffriva
e condannava
e sospirava
e poi tirava via dritto
Dio mio
Dio mio
dove fosti tu
amore
quando io nacqui !
Perché devo sentire tutto questo
attraversarmi le vene
e pulsarmi nella gola
tutta quella vita
che soffre
le pene dell'amare ?
Stupendo è essere vivo
e pazzo per te
e solitario
in questa complicata vicenda
che non riesce a galleggiare
nel fiume di parole
che esondano dal cuore
e che trascinano con se
amore per il dolore
" ho necessità vitale
di dovere stare
in mezzo a tutto questo mondo
per potere confermare a me stesso
che di questo mondo
io posso farne a meno “
Perché quando strizzerò le palle
alla quotidianità
resterà per voi
il me che fu fatto a pezzi
suddiviso tra le futili scuse
per sopravvivere
ogni dannato giorno
di caffè nero e sorrisi
giornale e compromessi
supermarket e consumismo
tv via cavo e solitudine
serata con gli amici
ed il me migliore
irreparabilmente
troppo lontano da qui
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Isabelle Collin Dufresne
6 settembre 1935 –
14 giugno 2014
Per quindici minuti di notorietà
è poi finito il mondo .
Ultra Violet!
Per morire e rinascere
San Giovanni ci condannerà
frammento perduto di un’Apocalisse
di umana miseria
in un’immensa pellicola di colori
della follia
Ciak, si gira !
Ma chi di voi
avrà mai il coraggio di fermare
questo tempo di fallimento sociale ?
E mescolati
uno dentro l’altro
scorrono come titoli di coda
mucchi di bionde ragazze anoressiche
hippies che fumano erba Messicana
Andy che scrive la stupida storia
di un secolo delle guerre sociali
ed un semplice squallido tumore
per andarsene da questo mattatoio
Per questa sottospecie di finale
davvero poco originale
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con Luca Piccini
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