MALALA MUST DIE
© Luca Piccini – 2015
Assemblage e Tecnica mista su Tavola, 40 x 40
All'età di undici anni è diventata celebre per il blog, da
lei curato per la BBC, nel quale documentava il regime dei talebani pakistani,
contrari ai diritti delle donne, e la loro occupazione militare del distretto
dello Swat. È stata nominata per l'International Children's Peace Prize, premio
assegnato da KidsRights Foundation per la lotta ai diritti dei giovani ragazzi.
Il 9 ottobre 2012 è stata gravemente colpita alla testa da
uomini armati saliti a bordo del pullman scolastico su cui lei tornava a casa
da scuola. Ricoverata nell'ospedale militare di Peshawar, è sopravvissuta
all'attentato dopo la rimozione chirurgica dei proiettili. Ihsanullah Ihsan,
portavoce dei talebani pakistani, ha rivendicato la responsabilità
dell'attentato, sostenendo che la ragazza “è il simbolo degli infedeli e
dell'oscenità”; il leader terrorista ha poi minacciato che, qualora
sopravvissuta, sarebbe stata nuovamente oggetto di attentati. La ragazza è
stata in seguito trasferita in un ospedale di Birmingham che si è offerto di
curarla.
Il 12 luglio 2013, in occasione del suo sedicesimo
compleanno, parla al Palazzo di Vetro a New York, indossando lo scialle
appartenuto a Benazir Bhutto e lanciando un appello all'istruzione delle
bambine e dei bambini di tutto il mondo.
Il 10 ottobre 2014 è stata insignita del premio Nobel per la
pace assieme all'attivista indiano Kailash Satyarthi, diventando con i suoi
diciassette anni la più giovane vincitrice di un premio Nobel. La motivazione
del Comitato per il Nobel norvegese è stata: “per la loro lotta contro la
sopraffazione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini
all'istruzione”.
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