CADILLAC
Luca Piccini
Ready-Made and Mix Tech on Wood, 25x35
Cadillac – di Vinicio Capossela
[La canto ai vagabondi
e a chi viene da lontano
lei aveva occhi azzurri
e le croste sulle braccia
ma lui non le vide bene
tagliò corto e si fermò
lei non disse dove andava
salutò e salì su
sulla Cadillac]
Ahi questa qua
non so proprio dove va
s’è appoggiata allo sportello
addormentata sul più bello
ma in fondo a chi conviene
caricarla non sta bene
lei sta bene come sta
su questa Cadillac
lui guardava alla sua strada
al fantasma che ha lasciato
lei cercava il suo passato
e s’è svegliata tutta a un tratto
dice che ha smesso con la roba
è diventata quasi a modo
e a Rimini si sale
su una Cadillac
E il mare è una coperta
per chi avrà una morte certa
è una stuoia di velluto
per ogni sogno che è caduto
ma non è lui che vorrebbe avere
e non è lei quella a cui pensa
e i ricordi stan parlando
su una Cadillac
Ahi questa qua
non so proprio dove va
s’è appoggiata allo sportello
addormentata sul più bello
ma in fondo a chi conviene
caricarla non sta bene
lei sta bene come sta
su questa Cadillac
Quando aveva tredici anni
capelli biondi e gonnellina
e un ragazzo che l’amava
col brutto affare che rubava
lo pescarono di sera
lo portarono in galera
fu duramente interrogato
e se lo ritrovò ammazzato
e da allora poverina
alcol, roba e cocaina
il bambino non l’ha avuto
assieme al cuore che ha perduto,
che ho perso pure io
abbandonato e disperato
e ci ritroviamo qua
su questa Cadillac
alla prossima stazione
scenderà la sua illusione
ucciso il suo amore dai gendarmi
e l’altra colpa è non amarmi
non resta che farci molti auguri
e avere tempi meno duri
lei scende e se ne va
lei scende e se ne va
lei scende e se ne va
dalla Cadillac
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