MONNA MARGHERITA

 

 

MONNA MARGHERITA

Ready-Made and Mix Tec on Wood, 35x25

© Luca Piccini

Collez. Archivio Carlo Palli

 

 

 

MARGHERITA DATINI

Di Gianna Picchi - Copyright © Centro Ricerche Prato

 

 
 
 
Dai documenti fino ad ora pubblicati sulla figura di Margherita Datini si conosce molto poco ma da quello che se ne ricava si comprende che questa donna , che visse la sua vita coniugale quasi sempre lontana dal marito e da lui poco curata, ricambiò con amore e con abnegazione la sua indifferenza affettiva e le sue infedeltà e non meno dell'amico ser Lapo Mazzei fu per lui consigliera, custode e abile amministratrice dei suoi grandi beni.

Il Datini doveva avere circa quarant'anni, quando dopo una vita spensierata, costellata da numerosi figli illegittimi, morti tutti in giovane età perchè abbandonati o mal curati,decise di prendere moglie e la scelta cadde su Margherita Bandini.

Margherita era nata a Firenze nel 1360 circa da Domenico Bandini e da Lionora Gherardini. La famiglia cadde in disgrazia quando il padre fu accusato di tradimento nei confronti del governo fiorentino, fu condannato alla decapitazione e gli furono confiscati tutti i beni. La moglie, con i figli e le figlie tra le quali Margherita,rimasta senza un soldo, si rifugiò ad Avignone,in Fancia,dove aveva dei parenti.

 




 

Fu qui che il Datini senti' parlare di questa fanciulla, che all'epoca doveva avere circa sedici, diciotto anni, delle sue qualità morali, della sua giovinezza e della sua onestà e decise di sposarla. Il matrimonio fu celebrato con grande sfarzo nel giorno di carnevale del 1376 quindi i coniugi Datini, dopo un periodo di sei anni trascorso in Francia, tornarono a Prato.

A Prato fecero ultimare i lavori della casa sita al canto del Porcellatico e che era stata costruita senza badare a spese. Una menzione speciale la merita il giardino, unico per quell'epoca,per le piante rare ed esotiche con le quali fu abbellito.

Come Francesco e Margherita trascorressero gli anni di vita coniugale lo sappiamo dalle numerose lettere che i due si scambiarono, in quanto vissero insieme solo per brevi periodi di tempo; ed è questo carteggio che ci permette di conoscere la donna,il suo carattere,le paure,le ansie e le gioie,in verità molto poche.

All'inizio Margherita non sapendo nè leggere nè scrivere si dovette servire di uno scrivano quindi per il pudore di mettere a nudo i suoi sentimenti,le lettere furono principalmente di natura amministrativa,riguardavano cioè l'andamento della casa,dei poderi e degli affari in generale. Con il tempo imparò lei stessa a leggere e a scrivere quindi diventarono più personali e descrissero spesso il suo stato d'animo. Non c'è dubbio che Margherita soffrisse molto per la lontananza dal marito ma nonostante ciò in molte si nota,prima di tutto, il desiderio di compiacerlo,il suo carattere paziente e per quanto lui non lo meritasse , vero amore. Scriveva :"Tu hai a comandare e io sempre a ubbidire"e ancora:" Noi istaremo meglio insieme che l'uno qua e l'altro costà", ma lui occupato a dirigere le società che aveva fondato a Firenze e a Pisa preferiva starsene da solo.

 

 

 
 
 

Svanito il progetto di una vita insieme, per lei si aprì un periodo difficile anche perché ,nonostante amministrasse e gestisse i beni di Prato con molta abilità, cosa impensabile allora per una donna,spesso veniva redarguita e sfiduciata dal marito. Oltre a ciò si aggiunse il dispiacere di non avere figli.

Nel 1392 prese in casa una bambina di circa otto anni,di nome Ginevra, nata a Firenze e sicuramente figlia di Francesco e di una donna della quale non si conoscono le generalità. Margherita crebbe la bambina come fosse stata figlia sua, le fece un bellissimo corredo, la fece sposare e la prese con il marito in casa con sè.

A rendere ancora più pesanti le sofferenze morali dalle quali era affranta si aggiunsero, con il tempo ,anche quelle fisiche; infatti fu colpita da varie malattie. Soffrì spesso di dolori alle gambe e allo stomaco, che la costrinsero a letto per vari periodi. Di queste "doglie"se ne ha un primo accenno nel 1389 quando in una lettera si scusa con il marito "se a cagione delle doglie" allo stomaco, si astiene dal bere il vino di casa che è cattivo ma adopera quello più buono di Stoldo.

 

  

 

Margherita, anche se si è rivelata una donna paziente e mansueta, sempre pronta a soddisfare le richieste del marito,si è  mostrata anche pratica,intelligente , energica e nel'età matura capace di tenergli testa con giuste e appropriate argomentazioni.

Quando il Datini si avvicinò alla fine dei suoi giorni, ella continuò a consigliarlo di non "affannarsi a lavorare e a guadagnare che divora l'anima e il corpo, che rende inutile e vuoto il tempo della vita...."

Alla morte di Francesco avvenuta nel 1410, all'età di settantatre anni, Margherita si trasferì a Firenze dove trascorse gli ultimi anni di vita con Ginevra. Morì nel 1423 e fu sepolta in Santa Maria Novella. Prima di morire aveva espresso il desiderio di essere sepolta accanto al marito ma neppure da morta questa sua richiesta fu esaudita.

 

 

 

 

 

 

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